SAGAN

SAGAN | PARIS

Qui è più “Ciao giubilo” che “Ciao tristezza” poiché Sagan significa semplicemente “riva sinistra” in giapponese! E questo piccolo ristorante di classe, dalla calma monastica (pietra a vista, bancone in ciliegio scuro, vecchio portavaligie in rame) dove officia Katsutoshi Kondo (ex Beige), ha più a che fare con Tanizaki e il suo “Eloge de l'ombre” che con la Costa Azzurra . In un gioco d'ombra, dietro una tenda, la lama innegabilmente fine ha ritagliato per noi piccoli piatti estatici durante l'ora di pranzo: fantastici peperoni Padrón in salsa di soia dal delizioso sapore di bruciato, cosparsi di bonito essiccato; carpaccio di orata orbitato da una salsa ponzu avvincente, dischetti di ravanello finissimi, coriandolo e basilico viola; incredibili melanzane grigliate con miso, candite alla perfezione, accompagnate da sottili strisce di cipollotto fritto ed edamame; pollo fritto croccante e fondente caramellato al limone; delicate frittelle di gamberi con salsa di peperoncino dolce e anacardi, intervallate da mezzelune di pasta gyoza e qualche vermicelli di riso fritto, arricchiti da pistilli di zafferano; prima di un semplice gelato al tè verde.